IN RICORDO DI WALTHER HAAGE

(27-XI-1899/22-IV-1992)

Giancarlo Sleiter


Pochi giorni prima della data fissata per celebrare il 170° anniversario della fondazione da parte di F.A. Haage della ditta KAKTEEN-HAAGE ci ha lasciati per sempre il nostro socio onorario Walther Haage, una delle maggiori personalità di questo secolo nel campo dello studio e della coltivazione delle succulente in generale e delle cactacee in particolare.
Dopo gli anni della sua formazione in Germania, Belgio e Svezia, entrò nella vita professionale affiancando il padre, Ferdinando Haage junior, nell'opera di ricostituzione dell'azienda dopo i danni — soprattutto economici — patiti in conseguenza della prima guerra mondiale. Fra i suoi numerosi compiti vi fu allora anche quello della compilazione dei richiestissimi cataloghi della ditta che non erano solo una mera elencazione di piante ma anche, e soprattutto, opere di consultazione grazie al materiale scientifico e informativo raccolto da Haage che contenevano.
Morto il padre nel 1930, Walther Haage assunse nelle sue mani l'azienda che si stava avviando a diventare una delle più grandi e importanti in tutta Europa, grazie anche ai fruttuosi contatti e ai rapporti di collaborazione scientifica con i più eminenti studiosi dell'epoca ed al finanziamento di numerose spedizioni di studio e di raccolta nelle Americhe, una delle quali condusse alla sensazionale riscoperta, da parte di Fric, dell'Astrophytum asterias.
Oltre che come vivaista di grande successo (è suo merito la produzione e la diffusione di oltre 100 splendidi ibridi di Epiphyllum), Walther Haage acquisì grande notorietà come botanico (a lui dobbiamo la descrizione di più di trenta nuove cactacee) e come fecondo scrittore di opere divulgative, alcune delle quali tradotte nelle principali lingue europee, fra cui si possono ricordare « Kakteen im Heim» («Cactacee in Casa»), « Freude mit Kakteen » (« Gioia con i Cactus »), « Das praktische Kakteenbuch » (« Suggerimenti pratici per la coltivazione dei Cactus»), giunto alla Xll edizione e, infine, «Kakteen von A bis Z» (« I Cactus dalla A alla Z »), una vera miniera di informazioni per l'appassionato. Negli anni bui della seconda guerra mondiale gli riuscì di salvare dalla distruzione (la città di Erfurt venne pressoché rasa al suolo dai bombardamenti) la sua preziosissima collezione che annoverava e annovera tuttora esemplari vecchissimi e di grande pregio, oggetto di ammirazione da parte di scienziati e artisti già nei secoli XVIII e XIX.
Al termine della guerra, durante la quale (1942) era nato l'erede di Walther Haage, Hans-Friedrich, si dovettero di nuovo porre le basi per la ripresa dell'attività della ditta che venne però ben presto fortemente limitata a causa della situazione politica creatasi a oriente con la divisione della Germania. Agli inizi degli anni '50 Walther Haage subì, quale imprenditore privato, numerosi attacchi da parte degli organi del regime comunista culminati con una denuncia che, come mi raccontò la nuora, avrebbe potuto avere come conseguenza la deportazione in Unione Sovietica. Fortunatamente, la presenza nel comando delle truppe sovietiche di occupazione di un generale appassionato di piante grasse, non solo permise l'archiviazione della denuncia ma assicurò a Walther Haage anche la concessione di una fornitura di carbone sufficiente ad assicurare il riscaldamento delle serre durante i lunghi e freddi inverni tedeschi.
Ciò, tuttavia, non impedì la progressiva e sempre più massiccia partecipazione dello stato nella gestione dell'impresa che passò completamente in mani pubbliche nel 1972, a 150 anni dalla fondazione. Per fortuna, in qualità di dirigente della « Brigata Coltivatori di Cactus » nell'ambito dell'azienda di stato deputata alla produzione di sementi di piante ornamentali, il figlio Hans-Friedrich poté continuare ad essere presente nell'azienda.
Le cose oggi sono mutate, la Germania è di nuovo unita e l'azienda di Walther Haage, la più antica d'Europa, è perlomeno in parte (bisogna ancora pagare le immense ed irrazionali serre costruite negli anni '70) di nuovo proprietà della famiglia che, con grandi sforzi, sta cercando di riconquistare quelle posizioni di grande prestigio che aveva.
Walther Haage ebbe il privilegio di poter sopravvivere sia alla riunificazione del suo paese, sia alla reintegrazione nella proprietà dell'azienda che oggi ospita anche un piccolo ma preziosissimo museo, nel quale è possibile ripercorrere la storia della diffusione in Europa della passione che accomuna tutti gli appassionati delle piante grasse.
I riconoscimenti che l'opera e l'attività di Walther Haage ebbero furono molteplici. Mi piace ricordarne due ai quali ho avuto la ventura di partecipare: il conferimento della qualifica di Socio Onorario dell'A.l.A.S. in occasione del congresso annuale tenutosi nel 1986 e l'assegnazione a Zurigo nel 1990 in occasione del congresso dell'IOS del «Cactus d'Oro», il prestigioso premio istituito dal Principe Ranieri di Monaco per onorare coloro che si sono distinti per il contributo dato allo studio e alla conoscenza delle succulente.
Purtroppo, in nessuna delle due occasioni Walther Haage poté essere presente per cui la conoscenza reciproca rimase allo stato epistolare: apprezzava la nostra rivista e si premurava sempre di inviarmi — per sdebitarsi — copie di Kakteen-Siikknlenteti, il periodico edito nella Germania Orientale.
L'impronta lasciata da Walther Haage, il cui ricordo sopravvive — oltre che nell'azienda, amorevolmente gestita con grande competenza dal figlio e dalla nuora — nelle numerose piante che portano il suo nome e nel cuore di tantissimi appassionati, è talmente profonda da non poter essere cancellata.


 LA VICENDA ITALIANA DI WALTHER HAAGE

(1899-1992)


Augusta Biancheri Dì Domenico


Le informazioni contenute in questo scritto sono state fornite dal nostro socio onorario Antonio Ronco, che ebbe il privilegio, in giovane età, di conoscere Walther Haage.
W. Haage venne a Bordighera negli anni antecedenti la I Guerra Mondiale invitato colà da Herrfeldt, grande collezionista tedesco di piante grasse e noto per l'Opuntia che porta il suo nome, che aveva acquistato la cosiddetta « Casa del Mattone » situata nella zona più bella di Bordighera: Madonna della Ruota. Herrfeldt ed il cognato, l'ing. Muller (che conobbi qualche anno addietro), si erano resi conto di aver scoperto un angolo di Africa nel Continente Europeo, dove le loro piante prosperavano in pien'aria nelle «fasce» esposte a sud a pochi metri dal mare. Pensarono di trasformarsi in coltivatori (decisione comune a molti collezionisti che lavorano, divertendosi...) e perciò invitarono l'amico HAAGE, considerato — già a quell'epoca — fra i massimi esperti di piante grasse. Il giovane Haage, proveniente da generazioni di facoltosissimi importatori di piante da tutto il mondo aveva già compiuto due viaggi in America per studiare le cactacee nei loro luoghi di origine. Forte di queste esperienze egli intraprese con entusiasmo l'attività (o la scommessa?) di « seminatore » nel grande giardino di «Casa del Mattone». Fu cosi che i cactus « europei » nati a Bordighera, sani, resistenti, senza i problemi degli « importati », grazie alla sua attività e allo spirito di iniziativa di Herrfeldt (che fondò la ditta Primores), si diffusero
per tutto il Continente e contribuirono in modo notevole a propagandare il nostro borgo di pescatori, che fu definito dallo Scheffell «La Gerico d'Europa». (Il pozzo tra le palme che vivevano quasi abbarbicate agli scogli battuti dai marosi a Madonna della Ruota e che pare abbia ispirato i suoi versi più celebri, si trovava infatti quasi al confine con la proprietà Herrfeldt-Muller.
Nel periodo di tempo trascorso a Bordighera, Haage ebbe frequenti contatti con il botanico Ludwig Winter nonno di Antonio Ronco il quale, pur essendo allora un ragazzine, collezionava già piante grasse nella « Braia Grande », il vivaio Winter, nella quale si incontravano spesso altre personalità straniere del mondo botanico, tra cui Alwin Berger, Stern (nonno di Riccardo Dell'Erba, socio A.I.A.S.) ed altri. Il periodo di permanenza di Haage a Bordighera fu però interrotto dallo scoppio della guerra ed egli non tornò mai più in Italia.
La speranza di poterlo avere di nuovo tra di noi sembrava potesse concretizzarsi in occasione dell'ultimo Congresso A.I.A.S. tenuto a Bordighera. Purtroppo, l'invito rivoltogli insistentemente soprattutto da parte del compianto Wolfgang Syrbe che si recò di persona a Erfurt, non poté aver seguito: il vecchio signore ricordava perfettamente il suo soggiorno in Italia e si rammaricava di non poter accettare per l'età molto avanzata e le malferme condizioni di salute. È stato un vero peccato che alle generazioni più giovani sia rimasta preclusa l'emozione di fare la conoscenza di una persona straordinaria.