Il Genere Agave
Il Genere A G A V E Storia, sistematica,
distribuzione, coltivazione
Ivana Richter
Traduzione dal tedesco a cura di
Giancarlo SLEITER
Il libro è sia un prezioso trattato che aggiorna al 2010 lo stato del genere dopo GENTRY e sia un appassionato e documentato lavoro che inserisce questo importantissimo genere nella storia europea, particolarmente in quella italiana.L’autrice, nostra gentile collaboratrice, cosi motiva la sua passione: “...la meraviglia e l’amore che hanno suscitato in me queste piante straordinarie, dalle forme rigidamente geometriche da un lato e, dall’altro, dalla forza vitale selvaggia, quasi sfrenata, e dalla molteplicità dei modi, non alternativi, con cui cercano di moltiplicarsi..”.
SOMMARIO
Prefazione
Introduzione e ringraziamenti
La storia delle agavi
1. Le agavi prima di COLOMBO e CORTEZ
2. Stato attuale dell’utilizzo delle agavi
3. Le agavi in Europa prima di LINNEO - Primi esemplari fioriti in Italia
4. Le agavi dopo LINNEO
5. Littaea nella Villa Litta
6. Le agavi nel XIX secolo
7. Gli autori italiani della seconda meta del secolo XIX che hanno trattato di
agavi (RICASOLI, TODARO e TERRACCIANO)
8. Le agavi nel XX secolo
9. Nuove Agavi
Sistematica delle agavi - stato 2010 - con indicazione delle località
1. Il sottogenere/subgenus Littaea
2. Il sottogenere/subgenus Agave
3. Agavi non ordinate da J. THIEDE, di origine ibrida o non chiara
4. Agavi caraibiche
Distribuzione delle diverse specie di Agave nei singoli stati
1. Distribuzione delle agavi nei singoli stati messicani – Prospetto dei nomi
2. Distribuzione delle agavi negli stati mesoamericani
3. Distribuzione delle agavi negli stati USA
Coltivazione delle agave
1. Svernamento
2. Moltiplicazione agamica
3. La semina delle agavi
4. Agavi variegate
5. Coltura delle piante formate
Appendice - Descrizione delle specie di agavi scoperte e descritte dopo la
pubblicazione del trattato di GENTRY (1982)
Bibliografia
A. shawii ssp. shawii (Umbelliflorae) a nord di El Rosario, Baja California,
pianta intera fiorita. Foto: M. FIGGE.
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3. Le agavi in Europa prima di Linneo
Primi esemplari fioriti in Italia
… Le agavi che furono importate in Italia per prime erano senza dubbio le specie caraibiche, che sono state quelle scoperte per prime. Esse si sono ben presto naturalizzate nelle zone a clima caldo dell’Italia, dove giunsero rapidamente a partire dalla Spagna.
Charles DE L’ECLUSE (Carolus CLUSIUS), farmacista di Anversa, descrisse (1576, Rariorum aliquot stirpium per Hispanias observatorum historia4, Anversa) una pianta non fiorita, da lui osservata nella seconda meta del XVI secolo da Peter ALEMAN in un giardino di un convento presso Valencia in Spagna, con il nome di Aloë americana. Dei suoi 30 polloni ne ha portati (o spediti) due in Belgio; uno di essi fu da lui regalato ad un suo amico, il farmacista Peter COLDEBERG (secondo BERGER COUDEBECQ) di Anversa. Quando questo esemplare alla fine fiori, esso fu disegnato ed il disegno (la più antica illustrazione di un’agave in assoluto: una rosetta di foglie con radici e due polloni, senza fiori) venne pubblicato da DODONAEUS (1574, nell’opera Purgantium aliquarumque….herbarum historiae5, Anversa), il quale fu seguito poco tempo dopo da CLUSIUS stesso nelle sue opere del 1576 (Rariorum ….: 443) e del 1601 (Rariorum plantarum historia6, Anversa: 160). Anche CLUSIUS la denomino Aloë americana. …
Fra le prime agavi introdotte in Europa all’indomani della scoperta
delle isole caraibiche ci furono quelle originarie di quelle isole e
fra esse A. antillarum di Haiti, qui ripresa nel 2008 in coltura nei
Giardini Hanbury alla Mortola. Foto: I. RICHTER.
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… Carlo LINNEO arrivo al tempo giusto con la sua nuova nomenclatura botanica. Egli riconobbe finalmente le differenze “strutturali” che differenziavano le aloe amare, note da lungo tempo, del Vecchio Mondo e le “aloe” del Nuovo Mondo. Queste ultime, dall’aspetto imponente, quasi sempre in possesso di persone nobili altolocate, ricevettero da lui, a buon diritto, il nuovo epiteto generico AGAVE (1748, Hortus Uppsalensis, Stoccolma: 87) dal greco άγαθός (agathos) = nobile, ammirabile, illustre. La sua descrizione/diagnosi poté essere riferita senza equivoci a quella che oggi viene chiamata Agave americana semplicemente perché essa si conclude con la frase: ≪CORTUSUS plantam primum in Europa habuit 1561, hodie ab ea sepes in Lusitania≫, dove al generico “in Europa” andrebbe sostituita la specifica “in Italia (Padova)”. I molti Italiani, che ebbero a che fare con l’introduzione nei giardini delle agavi, avrebbero meritato una citazione esplicita. …
… Carlo LINNEO (1707-1778) collocò quattro specie nel nuovo genere Agave (1753, Species plantarum, ed. I, Vol. I: 323): Agave americana L. Agave vivipara L. (che egli, tuttavia, non conobbe come pianta viva) Agave virginica L. [= Manfreda virginica (L.) Rose] Agave foetida L. [= Furcraea foetida (L.) Haw. Synopsis Plantarum Succulentarum, 1812., sin. A. gigantea D. Dietr. Syn. Pl. (D. DIETRICH) ii 1840: 1192, Furcraea gigantea Vent.1 Bull. Sci. Soc. Philom. Paris i: 65 (1793)]. … |
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… Giuseppe TAGLIABUE descrisse e pubblico la descrizione di Littaea geminiflora nel primo quaderno del periodico Biblioteca Italiana, un almanacco di cultura generale, il cui scopo era quello di supportare la scienza e la cultura italiane al tempo successivo alla caduta di NAPOLEONE e alla restaurazione dell’amministrazione austriaca nell’Italia settentrionale. …
Disegno della Littaea (in seguito Agave) geminiflora tratto dalla Biblioteca Italiana, 1816.
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8. Le agavi nel XX secolo … La monografia sulle agavi (1915) scritta da BERGER alla Mortola rimane una documentazione straordinaria sul mondo delle agavi allora conosciute, sebbene non abbia mai visitato l’America.
BERGER organizzo le 274 specie note di agave in tre sottogeneri [Manfreda (Salisb.) Baker, Littaea (Tagl.) Baker ed Euagave Baker]; i due ultimi sottogeneri vennero a loro volta articolati in 7 sezioni e 18 serie. Della maggior parte dei nomi di agavi aveva degli esemplari vivi nel giardino della Mortola, che costituivano oggetto di studio; molte specie furono descritte da lui per la prima volta e nelle sue descrizioni si basava su caratteristiche differenziali vegetative molto sottili piuttosto che sulla struttura (non sempre nota) dei fiori.
Nelle sue descrizioni egli non ha mai indicato un locus typicus (cosa abbastanza consueta all’epoca), tuttavia i campioni di erbario delle piante da lui coltivate raggiunsero l’Erbario Nazionale degli Stati Uniti ed alcuni di essi vengono assunti come tipi di alcune specie. …
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A. hanburyi Baker, sin. A. triangularis Jacobi
(Marginatae). Giardini Hanbury alla Mortola, 2005.
Foto: I. RICHTER.
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